E' il momento. In casa ci sono solo la baby-sitter e il piccolo. Incursione lampo al frigo. Sono le 4 del pomeriggio e ho una certa fame. Mi affaccio al corrimano e sbircio al piano di sotto. Marco sta dormicchiando sul divano. Vicino a lui Monica e le sue mèches viola sono imbambolate davanti alla TV col volume al minimo. La scocciatura col mio potere è che devo sempre stare nuda. A passi felpatissimi lungo le scale... Prima rampa andata. Marco è accoccolato su un fianco con le braccia a mo' di cuscino; Monica sempre impalata, unico segno di vita lo sciacquettio della cingomma. Un'altra manciata di gradini, curva ad angolo retto, breve corridoio e riesco a sgattaiolare in cucina. Ricontrollo sporgendomi dalla porta socchiusa. Tutto ok, sono sempre lì. Finalmente. Il frigo! Dunque vediamo: prendo uno yogurt al lampone, una fettallatte, un pacco di cracker e... Cazzo! Ops, mi è sfuggito, l'ho sussurrato. Marco è in piedi nel vano della porta con gli occhi e la bocca spalancati. E ti credo: vedere il frigo aperto con la roba che fluttua per aria... Rimetto tutto dentro, adagio, ma ormai è tardi, ha visto. Si avvicina. Alla sua età la curiosità vince su tutto. Arretro lentamente. Ogni passo sulle piastrelle è una coltellata ghiacciata. E' arrivato al frigo e guarda dentro. Sono in un vicolo cieco, chiusa tra il piano cucina e il tavolo. Se per caso decide di venire qui sono fregata. Tutta presa a studiare Marco non mi accorgo di un bicchiere in bilico sul lavello. All'istante il monello pianta i suoi fari azzurri nella mia direzione. Trattengo il fiato sforzandomi di rimanere immobile. E' sempre più vicino. Allunga una mano. La ritrae saltando indietro. A tutti e due scappa un gemito. - Budino... - esclama osservandosi la mano.
Mi accovaccio, gattono di filato sotto il tavolo e volo su per le scale senza voltarmi indietro.
Mi rintano nella camera da letto dei genitori, dov'ero prima. E adesso? Lo dirà alla baby-sitter. Ho fatto rumore, la guiderà quassù. Ok, niente panico. Lo zaino coi vestiti, per le emergenze, è sempre pronto. Lassù nel mobile in alto. Li sento parlottare, stanno salendo. Eccoli. Appoggio lo zaino per terra. Marco entra per primo, a passo spedito, e si ferma vicino al lettone. Sono proprio di fronte a lui, dall'altra parte, in piedi davanti allo specchio (muto) dell'armadio. Monica blocca la porta. E muoviti dai! Spostati. Il bimbo è salito sul letto e procede a carponi, tastando tutto intorno. Ci risiamo, mi punta un'altra volta. Eddai Monica, solo qualche passo. Oh! Sembra mi abbia sentito. Osserva Marco e si guarda in giro. Ora o mai più! O la va o la spacca! Afferro lo zaino e mi precipito fuori. Con la coda dell'occhio li vedo voltarsi verso di me. Ce la faccio, ancora non si sono mossi. Continuo a correre. Scale. Pianerottolo. Faccio i gradini con un salto e mi fiondo all'ingresso. Mi aggrappo alla maniglia d'ottone e spalanco il portone con una spallata. Sotto i piedi l'erba soffice e bagnata. Cancelletto del giardino e via in strada!
Adesso devo trovare subito un vicolo dove rivestirmi. Le gambe mi formicolano, l'effetto sta svanendo. Mi sfioro il seno dove mi ha toccato il piccolo e mi scappa da ridere.
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