Ore 19:00
Entrando l'infermiera attenuò l'impeto della camminata.
- Signora, mi spiace, l'orario delle visite è terminato - annunciò a bassa voce.
Laura si voltò appena. - Ancora cinque minuti, per favore...
L'infermiera chinò mestamente il capo in segno d'assenso e richiuse adagio la porta.
In quel cubicolo bianco e asettico, avvolto com'era da garze e gessi, il marito era un bozzolo d'insetto da cui si dipanava una ragnatela di tubicini collegati a macchinari ronzanti.
Ore 16:00
Sentì un tonfo sordo provenire dalla cucina e vi si precipitò ancora in accappatoio.
Il marito era riverso in una pozzanghera di fanghiglia.
-Paolo! - gridò precipitandosi su di lui e girandolo supino. I vestiti strappati scoprivano lembi di pelle con profondi tagli ed escoriazioni, viso e capelli erano imbrattati di sangue.
Ore 13:00
Aveva dato un paio di morsi al panino col prosciutto improvvisato alla bell'e meglio, poi lo stomaco le si era chiuso. Pensava, senza sapere cosa pensare. Suo marito Paolo era scomparso il giorno prima, proprio lì, in cucina. Così, nel nulla, di fronte a lei. Parlavano di cambiare la TV e di punto in bianco lui si era dissolto, come inghiottito dalla frase che stava pronunciando. Senza un rumore, nemmeno una corrente d'aria. La polizia non si sarebbe attivata prima di 48 ore: tante ce ne volevano perché una persona venisse dichiarata scomparsa. Ovviamente aveva mentito, aveva raccontato che non era rientrato dal lavoro.
Ore 20:00
Non era riuscito a dirle nulla, quando l'aveva trovato in cucina era già privo di sensi. Ma ora, rincasando dall'ospedale, Laura notò l'iPhone finito sotto il tavolo. Era sporco di sabbia, col display incrinato. Le balenò un'idea: forse avrebbe trovato qualche risposta. Provò ad accenderlo ma non dava segni di vita. Non era ancora detta l'ultima parola, poteva avere la batteria scarica. Corse in camera a rovistare nel cassetto della scrivania. Eccolo: il cavetto USB per collegarlo al PC!
L'ultima foto era quella di loro due sulle sdraio, nella vacanza al mare. Niente di nuovo. Aprì la cartella Video. Bingo!
Ma cos'era? Il mare... un galeone sullo sfondo... e quello? Un pirata sbucato dritto dritto da un romanzo di Stevenson correva verso l'obiettivo gridando:- Via via!!!
Fissava attonita il monitor del computer. Una figura sfocata, grigiastra e luccicante avanzava sulla spiaggia, in lontananza. Giravano un film?
Le sfuggì un grido: una massa nera, informe, scattò verso lo schermo e per un attimo le sembrò di vedere il muso di un lupo... o forse un volto umano mostruosamente deformato.
Nell'angolo a destra, in piccolo, avrebbe giurato di aver intravisto un gigante blu con quattro braccia. Ma che diavolo era successo?!
Ore 22:00
I macchinari iniziarono a emettere bip sempre più forti mentre sui monitor lampeggiavano cifre impazzite. Due infermiere accorsero trafelate.
- La Caccia! - urlò Paolo scattando a sedere con gli occhi spalancati, strappandosi via qualche tubicino sgocciolante.
http://wizardsandblackholes.it/?q=la_caccia
Entrando l'infermiera attenuò l'impeto della camminata.
- Signora, mi spiace, l'orario delle visite è terminato - annunciò a bassa voce.
Laura si voltò appena. - Ancora cinque minuti, per favore...
L'infermiera chinò mestamente il capo in segno d'assenso e richiuse adagio la porta.
In quel cubicolo bianco e asettico, avvolto com'era da garze e gessi, il marito era un bozzolo d'insetto da cui si dipanava una ragnatela di tubicini collegati a macchinari ronzanti.
Ore 16:00
Sentì un tonfo sordo provenire dalla cucina e vi si precipitò ancora in accappatoio.
Il marito era riverso in una pozzanghera di fanghiglia.
-Paolo! - gridò precipitandosi su di lui e girandolo supino. I vestiti strappati scoprivano lembi di pelle con profondi tagli ed escoriazioni, viso e capelli erano imbrattati di sangue.
Ore 13:00
Aveva dato un paio di morsi al panino col prosciutto improvvisato alla bell'e meglio, poi lo stomaco le si era chiuso. Pensava, senza sapere cosa pensare. Suo marito Paolo era scomparso il giorno prima, proprio lì, in cucina. Così, nel nulla, di fronte a lei. Parlavano di cambiare la TV e di punto in bianco lui si era dissolto, come inghiottito dalla frase che stava pronunciando. Senza un rumore, nemmeno una corrente d'aria. La polizia non si sarebbe attivata prima di 48 ore: tante ce ne volevano perché una persona venisse dichiarata scomparsa. Ovviamente aveva mentito, aveva raccontato che non era rientrato dal lavoro.
Ore 20:00
Non era riuscito a dirle nulla, quando l'aveva trovato in cucina era già privo di sensi. Ma ora, rincasando dall'ospedale, Laura notò l'iPhone finito sotto il tavolo. Era sporco di sabbia, col display incrinato. Le balenò un'idea: forse avrebbe trovato qualche risposta. Provò ad accenderlo ma non dava segni di vita. Non era ancora detta l'ultima parola, poteva avere la batteria scarica. Corse in camera a rovistare nel cassetto della scrivania. Eccolo: il cavetto USB per collegarlo al PC!
L'ultima foto era quella di loro due sulle sdraio, nella vacanza al mare. Niente di nuovo. Aprì la cartella Video. Bingo!
Ma cos'era? Il mare... un galeone sullo sfondo... e quello? Un pirata sbucato dritto dritto da un romanzo di Stevenson correva verso l'obiettivo gridando:- Via via!!!
Fissava attonita il monitor del computer. Una figura sfocata, grigiastra e luccicante avanzava sulla spiaggia, in lontananza. Giravano un film?
Le sfuggì un grido: una massa nera, informe, scattò verso lo schermo e per un attimo le sembrò di vedere il muso di un lupo... o forse un volto umano mostruosamente deformato.
Nell'angolo a destra, in piccolo, avrebbe giurato di aver intravisto un gigante blu con quattro braccia. Ma che diavolo era successo?!
Ore 22:00
I macchinari iniziarono a emettere bip sempre più forti mentre sui monitor lampeggiavano cifre impazzite. Due infermiere accorsero trafelate.
- La Caccia! - urlò Paolo scattando a sedere con gli occhi spalancati, strappandosi via qualche tubicino sgocciolante.
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