sabato 12 luglio 2014

Un bizzarro caso clinico

                             Un bizzarro caso clinico (Text-trailer di Salvatore di Sante)



Il dottor Spynes meditava sulle annotazioni in attesa del paziente. La pipa e le sopracciglia aggrottate erano il suo marchio di fabbrica per i casi più insoliti.
Matt Spencer, 15 anni, Southampton. Allucinazioni visive (sottolineato tre volte), deliri e costrutti paranoici.
Tirò una lunga boccata e soffiò un tremulo anello di fumo.
Che fosse schizofrenico? Pareva proprio un adolescente come tanti. Poca voglia di studiare, qualche birra e qualche spinello d'accordo, ma niente di che... A parlarci sembrava lucido: i pazzi hanno uno sguardo diverso, e lui ne aveva visti, in trent'anni di professione.
Genitori morti in un incidente aereo tre mesi prima. Una sorella di due anni più grande. E poi quel Michael...
Appoggiò delicatamente gli occhiali sulla scrivania e sospirando si massaggiò le tempie.
Michael (sottolineato e con un punto interrogativo a fianco), il tutore, un tipo strano, poco più grande della sorella... forse un po' troppo giovane per fare il tutore. Che le fantasie del paziente fossero dovute al trauma della perdita dei genitori? Possibile. Anche se i rapporti coi compagni di classe e con Hope, la sorella, andavano bene. E poi quel sogno.
Matt aveva riferito di aver sognato la morte dei genitori, il disastro aereo. Un sogno premonitore, insomma. Ansie e paure rimestate dall'inconscio che poi le vomita nei sogni e che qualche volta, per pura coincidenza, sfociano nel reale. Ma tutti quei particolari: le scritte sulla carlinga, la descrizione dei passeggeri e dei loro dialoghi. Tutto combaciava con le registrazioni della scatola nera e con le fotografie associate all'elenco passeggeri.
- Dottore, Matt Spencer è arrivato - gracchiò l'interfono.
Spynes diede una rapida occhiata all'orologio.
- Può farlo entrare, Martha, grazie. - Ripose la pipa nel cassetto e raccolse ordinatamente i fogli degli appunti, battendoli sulla scrivania nell'istante preciso in cui il ragazzo faceva capolino sulla porta.
- Ciao Matt, in perfetto orario. Accomodati pure sul lettino che iniziamo subito.
- Buongiorno - bofonchiò stancamente il giovane avviandosi verso il consueto giaciglio terapeutico.
- Allora: come stai oggi, che mi racconti?
Matt provava varie pose, intrecciando mani e piedi.
- Dunque... - fece per continuare ma le parole gli morirono in gola.
D'accordo, pensò. Basta, ci vado giù duro.
- Mio padre è uno stregone e suo fratello Lucas, un mutaforma, ce l'ha con lui perché vuole la Chiave del Sacro Cancello per il mondo della Magia. Ecco, l'ho detto. - sciorinò tutto d'un fiato. - Tanto lo so che non mi crede.
Nello studio calò il silenzio. Il dottor Spynes fece un colpo di tosse poi attaccò:- Cosa intendi per mutaforma?
Un tonfo sordo di lamiere accartocciate li fece sobbalzare.
- Eccolo! Quello! - esclamò Matt scattando a sedere e indicando fuori dalla finestra.
Il dottore deglutì, non credeva ai propri occhi: un drago mostruoso con la testa d'aquila era appollaiato sui rottami della sua Bentley e guardava nella loro direzione.
- Lucas, suppongo... - bisbigliò Spynes.
Matt annuì lentamente, gli occhi sgranati.


La storia di Matt su Never let me go

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