venerdì 3 ottobre 2014

Toccata e fuga al "Coast to Coast" (Text-trailer "17")


Il commissario Naspetti bofonchiava chino sul verbale ripetendo l'ultima frase per convincersi che suonasse bene, oltre che riportare fedelmente le circostanze dell'arresto. Odiava perdere tempo con le scartoffie, specialmente quando si trattava di un pesce piccolo.
- Posso? - Guen si affacciò nella stanza bussando piano.
- Entra. - Naspetti le rivolse con noncuranza un gesto della mano, continuando a ragionare sul manoscritto (non era molto pratico di computer e per sicurezza faceva sempre una stesura su carta prima di digitalizzare il tutto).
 - Uhm... dunque... l'agente Baldini ha sparato... no, ha esploso tre colpi in aria intimando di fermarsi... Ecco. Oh, scusa - disse poi alzando lo sguardo e appoggiando la biro sulla scrivania - dimmi.
- Volevo ricordarle che domani ho preso la giornata libera.
- Sì sì me lo ricordo. Ah! - la bloccò che si era già voltata e impugnava la maniglia.
- Sto scrivendo il verbale per quel tossico di Alessi che abbiamo arrestato stamattina. Ci ha detto dove trovare il complice.
- Terenzi? - fece Guen.
- Esatto. Fa il barista al Coast to Coast tutte le sere dalle sei.
- Ok, ci vado subito e lo porto qui.
- Intero mi raccomando...
- Sissignore! - e sorridendo scomparve.

Il capellone che la vide scendere dalla mastodontica Guzzi con la livrea bianca e blu la spogliava con gli occhi a ogni passo che faceva. Guen gli sorrise ed entrò nel bar dribblando due Harley parcheggiate malamente.

- Salve ragazzi. Polizia. Dov'è Luca Terenzi?

Nessuno rispose. Tutti la fissavano: chi divertito, chi eccitato e chi arrabbiato.
- Ehi bambolina non sei un po' troppo giovane per giocare ai poliziotti? - era il tipo seduto fuori che adesso le stava alle spalle.
Senza scomporsi Guen gli appiccicò sul naso il distintivo contraffatto.
- Forza, non ho tempo da perdere. Tra poco finisco il turno e gli straordinari non me li pagano quindi... dov'è?!
- Te lo dico se ti fai offrire da bere - un troglodita con una camicia senza maniche unta di grasso di motore si era staccato dal bancone con una Bud in mano e le si era avvicinato gonfiando il petto, esibendosi in una camminata da duro.
- Grazie ma non bevo in servizio - rispose Guen accentuando un sorriso ipocrita.
- Allora perché non mi offri tu qualcosa... - ghignò il tipo allungandole una mano verso i fianchi.
Guen scattò e gliela strinse in una morsa.  - Giù le zampe! - ringhiò. Le iridi guizzarono di un lampo giallastro. Strinse finché il ceffo non iniziò a urlare, poi mollò la presa. L'energumeno barcollò indietro per qualche passo poi le ruppe in faccia la bottiglia di birra.
Guen incassò senza un gemito e tornò subito a fissarlo. I tagli rossi sul viso si chiusero in un istante e la pelle tornò di porcellana come se non fosse successo niente.
- Bene. Aggressione a Pubblico Ufficiale. Questo mi autorizza a reagire. - colpì il tizio col palmo della mano scaraventandolo contro le mensole dei liquori che rovinarono a terra in una pioggia di legno e vetro.
A un secondo ceffo bloccò la stecca da biliardo a mezz'aria, gliela ruppe in testa e con un calciò lo spedì attraverso la finestra a ruzzolare malconcio nel parcheggio polveroso.
- Che cazzo succede qui? - da una porticina nascosta dalla tappezzeria sbucò un ciccione pelato col pizzetto, gli occhiali scuri e una bagascia in topless alla cintura.
- Luca Terenzi, il tuo amico ha confessato. Sei in arresto per spaccio di cocaina. E a quanto pare... - aggiunse Guen squadrando la signorina - anche per favoreggiamento della prostituzione.

- Ma succhiami l'uccello! - berciò Terenzi facendo apparire dal cilindro un fucile a canne mozze e spintonando via la dolce metà.
Sparò e pompò fino a svuotare il caricatore. Centrata dai pallettoni, fu fatta letteralmente volare contro il muro; frantumò due quadri e scivolò sul pavimento lasciando una scia rossa sulla parete.
- Affanculo! - esclamò Terenzi soddisfatto. Stava per tornare alla saletta privata a riprendere il divertimento quando un rumore e un presentimento lo fecero esitare.
Si voltò e si ritrovò Guen a due centimetri dalla faccia. Troppo tardi per abbozzare una reazione: strabuzzò gli occhi e rantolando stramazzò a terra senza fiato, afflosciato da un montante fulmineo.
Guen lo prese per la cintura e si affrettò verso l'uscita. - Lo porto in centrale, è in arresto. Si fermò un attimo. - Il dipartimento le rimborserà i danni al locale. - disse al barista con voce piatta. Quello continuò a guardarla attonito.
- Cazzo, che stupida! - sibilò una volta uscita, guardando la Guzzi.
Per fortuna un pick-up fosforescente addobbato con sgargianti lingue di fuoco le inchiodò davanti in una nuvola di polvere.
Guen sorrise fra sé.  - Requisisco il veicolo per un'azione di polizia - comunicò al conducente appena sceso. Vedendo l'uniforme costellata di fori grandi come palle da biliardo e Terenzi tenuto come una borsa della spesa, quello tremando le lanciò le chiavi del furgone.
- Tu prendi la mia moto e seguimi al commissariato!
Il tizio annuì come uno zombie, sotto lo sguardo dei pochi avventori rimasti che si erano accalcati all'ingresso.


http://www.wizardsandblackholes.it/?q=17

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