venerdì 4 dicembre 2015

Progetto X1

Jones era turbato dall'insolita convocazione. Trovò il generale Righetti che lo attendeva assieme a Biondi. Nella stanza c'erano un tavolino e delle sedie ma i due stavano in piedi. Avevano un'aria tesa. Che c'entrava Biondi, il direttore dell'amministrazione?
- Iniziamo subito, dottore - annunciò Righetti. Azionò un interruttore sulla parete e la stanza attigua apparve al di là dello specchio, illuminata a giorno.
A quel punto Jones ritenne superflua ogni domanda e si limitò a osservare lo spettacolo che gli avevano preparato. La stanza era identica a quella in cui erano, ma completamente vuota.
Da una parte c'era il soggetto che gli avevano chiesto di prelevare, nella consueta tuta elasticizzata bianca e nera con lo stemma dell'Organizzazione sul petto. Si guardava intorno in attesa, studiando il robot di fronte a lui. L'automa aveva per piedi dei piccoli trapezi cingolati; poggiavano su un blocco rettangolare che faceva da busto. Altri due parallelepipedi fungevano da braccia. Non aveva nulla che richiamasse antropomorficamente una testa. Evidentemente le videocamere e i sensori di movimento erano incorporati nel busto.
- Il soggetto è classificato ad alto potenziale offensivo, vero dottore? - chiese il generale.
Jones annuì. Biondi rigirava fra le mani una cartellina gialla con fare annoiato.
- Bene, - Righetti parlò a una trasmittente che diffondeva nell'altra stanza - iniziate a combattere.
Il robot stese il braccio e all'estremità spuntò un cilindretto forato. Il giovane scartò di lato, evitando le raffiche che a ondate investivano il muro e sprizzavano coriandoli d'intonaco; poi si tuffò a terra scivolando sotto la visuale della parete a specchio. Il robot ne seguiva la traiettoria vomitando centinaia di proiettili e di bossoli. Il vetro sfrigolò di scintille, Jones e Biondi si ripararono istintivamente mentre Righetti, avvezzo a quel genere di cose, osservava imperturbabile con le mani giunte dietro la schiena. Il ragazzo, con velocità sovrumana, riuscì a portarsi alle spalle del robot e gli assestò un pugno al busto. La lamiera si accartocciò vistosamente ma il sistema giroscopico permise alla macchina di rimanere in equilibrio, nonostante il colpo avesse spostato di ben tre metri i suoi 700 Kg. Il blocco del tronco ruotò su se stesso, una lama saettò da una fessura e squarciò fulminea il petto del giovane che urlando saltò via. I tre dietro il vetro videro la profonda ferita richiudersi velocemente e la pelle riacquistare il suo aspetto sano. Il robot puntò di nuovo il braccio. La canna della mitragliatrice rientrò. All'improvviso, con un leggero sbuffo, una ragnatela metallica puntellata di zavorre si chiuse a pugno sullo sfidante, costringendolo al suolo. L'automa si avvicinò lentamente a quell'involto palpitante e impotente. La CPU selezionò ancora la mitragliatrice. Lo massacrò crivellandolo di colpi, infierendo abbondantemente sul corpo inerme.
- E questo cosa dovrebbe dimostrare?! - chiese Jones seccato.
- Signor Biondi, - fece Righetti senza voltarsi - quanto è costato finora il progetto X1?
Il burocrate si aggiustò gli occhialetti e consultò i documenti nella cartellina gialla. - 300 milioni in 13 anni finora...
- E quanto costa invece produrre una unità K1 come quella? - domandò di nuovo il generale indicando il robot immobile nell'altra stanza, col braccio fumante, accanto ai resti martoriati del perdente.
- Mezzo milione per ogni unità K1. Zero manutenzione, durata media 50 anni. Abbiamo già 100 ordini a un milione e mezzo ciascuna, - rispose Biondi.
- I robot sono i soldati del futuro. Ed è questo il motivo - Righetti si era voltato e guardava fisso il dottor Jones - per cui il progetto X1 è da considerarsi chiuso, - esclamò in tono perentorio. - Con decorrenza immediata!


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